Un testimonial politico potenzialmente rischioso che però si è tradotto in record di vendite e in un Emmy Award. È quello che è successo nel sodalizio commerciale Nike–Colin Kaepernick, scelto nel 2018 per celebrare i trent’anni dello slogan “Just do it”, dopo Serena Williams e LeBron James.
Ex quarterback dei San Francisco 49ers, Kaepernick è stato il primo giocatore della Nfl, tre anni fa, a rifiutare di restare in piedi durante l’inno nazionale americano per protestare contro le violenze della polizia nei confronti degli afroamericani (pochi minuti prima di una partita contro i Green Bay Packers, al momento dell’esecuzione di The Star-Spangled Banner, Kaepernick rimase seduto esprimendo il suo dissenso nei confronti di “un Paese che opprime i neri e le minoranze etniche”). Il gesto non fu gradito all’allora neoeletto presidente Trump che aveva criticato la scelta del colosso dello sportswear. Kaepernik è senza contratto da marzo 2017.
La campagna (sulla foto del viso di Kaepernick campeggia la scritta “Believe in something, even if it means sacrificing everything”, ovvero “Credi in qualcosa, anche se significa sacrificare tutto”) è stata premiata come Outstanding Commercial ai Creative Arts Emmy Awards del 2019 per la sua forza comunicativa.
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