Il periodo è complesso, così l’e-tailer britannico ha deciso di andare incontro alle boutique indipendenti, tagliando le commissioni per vendere sul suo marketplace.
Lo zero per cento si applica a tutti i venditori esistenti e ai nuovi che entreranno nella piattaforma Asos Marketplace.
Lanciato nel 2010, il sito oggi è la vetrina di 1.200 marchi da tutto il mondo, per un totale di 160mila prodotti, dal vintage fornito da boutique specializzate nel settore alle proposte uniche di negozi indipendenti.
La rinuncia temporanea alle commissioni segue altre forme di sostegno dei propri seller già prese nel critico mese di aprile, come lo stop al pagamento dei canoni periodici.
Come ha spiegato Jo Hunt, boss di Asos Marketplace, con questa decisione l’azienda riconosce che l’impatto del Covid continuerà nel tempo, ma allo stesso tempo prende l’impegno di supportare le boutique partner, per fare in modo che riescano ad adattare la loro attività operativa alle mutevoli condizioni di mercato, che stanno favorendo l’e-commerce.
Senza fornire numeri precisi, dalla società fanno sapere che, durante il primo lockdown, Asos Marketplace ha beneficiato di un’accelerazione delle vendite e di un incremento del traffico. Più di 80 brand entrati a far parte della piattaforma in aprile hanno registrato un incremento delle vendite vicino al 100% rispetto a un anno prima.
Nell’esercizio fiscale chiuso il 31 agosto Asos ha totalizzato 3,3 miliardi di sterline di ricavi, in aumento del 19% rispetto al bilancio precedente, e l’utile ante-imposte è cresciuto del 329% a 142,1 milioni. A fine agosto i consumatori attivi erano 23,4 milioni, dai 20,3 milioni del 31 agosto 2019.
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