
Il piano di riorganizzazione segue un periodo denso di segnali: nelle scorse settimane anche i vertici di Condé Nast Italia sono stati investiti da cambiamenti notevoli. Dopo 9 anni Fedele Usai ha dato le sue dimissioni dal ruolo di amministratore delegato. A novembre, dopo quasi 18 anni Luca Dini ha lasciato la direzione editoriale di Condé Nast Italia e quella di AD e Traveller.
Tornando al progetto comunicato ieri, Condè Nast ha comunicato la nomina dei direttori editoriali globali per AD, Condé Nast Traveler e Gq, rispettivamente Amy Astley, Divia Thani e Will Welch che oltre a supervisionare le strategie internazionali continueranno a guidare le edizioni che dirigono.
I giri di poltrone all’interno dell’editore a stelle e strisce sono numerosi anche da questa parte dell’oceano. Nel Vecchio Continente Edward Enninful, al timone dell’edizione inglese di Vogue dal 2017, sarà direttore editoriale europeo della testata per i mercati di proprietà e gestiti da Condé Nast: Regno Unito, Francia, Italia, Germania e Spagna. In rete si moltiplicano i rumours che lo vorrebbero come prossimo successo di Wintour a capo dell’edizione americana.
Aria nuova anche per Vanity Fair. Simone Marchetti, editor in chief della versione italiana, è stato promosso a direttore editoriale europeo, comprese le edizioni pubblicate in Francia, Italia e Spagna. Negli Stati Uniti e nel Regno Unito continueranno ad essere supervisionate da Radhika Jones.
“L’azienda trasformerà le sue operazioni creative per servire meglio il pubblico e i partner pubblicitari nominando team di leadership globali per i suoi marchi storici”, dichiara Condé Nast in una nota stampa. I direttori editoriali globali definiranno la strategia, la visione e il tono generali dei contenuti nei mercati e nelle piattaforme del loro brand, inclusi i video in collaborazione con Condé Nast Entertainment, spiega la casa editrice.
Un cambiamento era atteso, visti i recenti dati dell’editoria. L’emergenza sanitaria ha colpito duramente le edicole americane. Secondo uno studio condotto da Wwd su un campione di 45 testate, nel 2020 26 titoli hanno visto una riduzione della frequenza delle proprie uscite rispetto al 2019. Il 58% ha quindi scelto di tagliare alcuni numeri rispetto alla programmazione consueta. Condé Nast è stata impattata meno per quanto concerne la frequenza delle sue pubblicazioni. Vogue, Vanity Fair e Allure hanno perso un solo numero e la testata diretta da Wintour punta a tornare alle tempistiche standard nel 2021. La casa editrice ha comunque implementato i tagli agli stipendi, ha licenziato 100 redattori e ne ha messo in congedo altrettanti.
More Stories
CORTINA FASHION WEEKEND: LA MODA SI PREPARA A SCENDERE SULLE DOLOMITI
PITTI UOMO 105 OLTRE LE FRONTIERE CON LA MODA E LE COLLABORAZIONI GLOBALI E IL RITORNO DEI BIG
DAVIDE RENNE: IL MONDO DELLA MODA PIANGE LA PERDITA DI UN TALENTUOSO CREATIVO