Lunedì l’inaugurazione dell’alta moda parigina ha avuto molto da offrire ai puristi, ai visionari e ai sognatori. Soprattutto grazie a tre designer di grande talento (due assunti per reinventare dei marchi storici di Parigi e l’altro l’indipendente più influente del métier), che hanno offerto visioni contrastanti dell’alta sartorialità: dal decadente all’impetuoso.
Schiaparelli: Corrida Couture
Elsa Schiaparelli ha sempre avuto un debole per la corrida, così come il suo successore più recente, Daniel Roseberry, la cui ultima collezione per la maison è infatti intitolata “Matador Couture”.
Svelata online in un video di quattro minuti lunedì mattina, giorno di apertura della stagione dell’alta moda parigina, la collezione ha mostrato l’ultima interpretazione post-surrealista per la maison da parte del designer texano.
Sin dal look di apertura: un abito senza maniche in satin moiré nel colore Albero, il giallo sabbia organica delle arene da corrida, rifinito con seni a contrasto – ottone conico borchiato a sinistra, passamaneria intrecciata a destra, su una modella che sfoggiava orecchini giganti anti-malocchio grondanti di perle bianche e indaco.
Anche se i matador di Roseberry faranno l’Alternativa – o cerimonia di laurea – in miscugli patchwork di splendore barocco. Cappotti cocoon in jacquard o addirittura in denim, iperricamati e portati con leggings di pelle oro o nera. Spesso abbinati a scarpe con la zeppa multistrato art decò.
I toreri e le loro mujeres, superstiziosi per definizione, ammireranno sicuramente i girocolli a forma di petalo meravigliosamente stravaganti, rifiniti con mani, nasi e orecchie.
Roseberry ha messo il turbo all’atelier della griffe, che si trova all’interno del suo quartier generale di Place Vendôme, con una straordinaria giacca in cristalli a trama fitta, un ‘Abito di Luce’ dell’alta moda, se mai ce ne fosse uno. Mentre un’altra brillante dimostrazione di artigianalità è stata la giacca delicatamente ricamata con rose in tessuto, che faceva riferimento a una creazione del 1937 di Jean Cocteau e Schiap’.

Schiaparelli, Alta Moda, Autunno-Inverno 2021/22
Sebbene nata a Roma, Elsa amava anche la Spagna. La sua pubblicità originale sulla stampa per il profumo femminile “Zut” di Schiaparelli del 1950 presentava un matador femminile angelico con mantello viola che salta sopra le corna di un toro nero infuriato in carica. Mentre le aste di Christie’s di tanto in tanto tirano fuori look vintage da torero e bolero con fitti ricami.
“Per due anni ho detto che non mi importava della nostalgia. In questa stagione, però, è proprio da dove tutto è iniziato. Mi sono ritrovato a chiedermi ancora e ancora: e se combinassi un po’ di Manet; un po’ di Lacroix; un po’ di anni ’80; un po’ del 1880; un piccolo matador; un piccolo alieno spaziale; un po’ di Ingrès; un po’ di luccichii; molto colore? Potrei farlo? E come sarebbe? La risposta è questa, la mia quarta collezione couture, “The Matador”: una collezione che onora la visione di Elsa ma non ne è schiava”, ha spiegato Roseberry nelle sue note al programma.
Si spera con un po’ più di longevità rispetto a Lacroix.
Azzaro:
“Il lockdown è stato un periodo adatto per prendersi un momento per dare una reale occhiata a questa maison”, ha commentato Olivier Theyskens, che lunedì pomeriggio ha presentato la sua ultima collezione per Azzaro.
Un video di quattro minuti e un’interpretazione molto coerente e rispettosa di Azzaro, un marchio meglio conosciuto per il suo stravagante sfarzo gallico molto rock ad alto numero di ottani.
Theyskens ha sicuramente fatto colpo nei cappotti fatti di “ingombranti paillettes” che quasi facevano scintille. Mentre i suoi tailleur pantalone da donna con le spalle larghe sembravano fatti di vetri rotti. Si sarebbe potuto giurare che l’abito gessato da gangster rock fosse confezionato in ferro battuto malleabile. Il suo cast di modelle sembrava letteralmente essere stato riversato all’interno dei tubini di lustrini color antracite o nei divertenti abiti da cocktail in pelle vegana quasi metallica.
Theyskens ha aggiunto il suo tocco gotico agli abiti da sera asimmetrici che mostrano metri di gambe. C’è sicuramente bisogno di un bel corpo per poter indossare Azzaro, ma se siete in forma allora vi farete notare, dominanti, nella maggior parte delle stanze in cui entrate.
“Per me Azzaro è Versailles, ma non è barocco. Sono materiali alternativi e paillettes oversize; ritagli e diagrammi grafici e asimmetrici”, ha affermato Theyskens.
Durante il lockdown, lo stilista belga ha effettuato una visita guidata agli archivi del Museo Galliera con il principale curatore del museo della moda, Alexandre Samson. Un immenso piacere frugare in mezzo a tre enormi scaffali di archivi Azzaro e a un mucchio di scatole, ricorda.
“Ho avuto il privilegio di andarci. La maggior parte della roba era stata indossata da cantanti o attrici famose. Tutto era lì per un motivo. È un conservatorio molto serio”, osserva Theyskens che, a differenza di molti giovani designer, disegna schizzi con facilità – nientemeno che su un iPad.
La sua interpretazione di Azzaro è molto di…Alta Decadenza: top sexy con strisce di plexiglas su micro perle simili a caviale; tubini osé molto eleganti con abbondanza di spalle in vista e una scollatura che non travolge. Vita notturna parigina – anche se non ricercata, ma sexy e cool. Una miscela di Azzaro Couture e Azzaro Atelier ready-to-wear che si connette all’approccio alla moda del fondatore.
“Penso che Loris Azzaro sia stato molto cool e mi piace lavorare nell’ambito del suo schema mentale”, ha concluso Theyskens, il successore di gran lunga più credibile di Loris.
Giambattista Valli: una nuova direzione in mezzo al Nuovo Brutalismo
Questo è ciò che chiamiamo accostamento. In questa stagione, il couturier residente in città più romantico di Parigi, Giambattista Valli, ha portato l’ultima collezione del suo marchio eponimo molto lontano dal suo solito ambiente alto-borghese. E lo ha fatto svelando la collezione Autunno-Inverno 2021/22 in un enorme monumento al Nuovo Brutalismo, la struttura simile a un bunker di Oscar Niemeyer che un tempo era il quartier generale del Partito Comunista di Francia.
Il risultato è stata la collezione più forte di Valli da anni. Troppo spesso nelle ultime stagioni Giambattista ha virato verso una versione un po’ sdolcinata della haute couture tipicamente voluminosa. Abiti che hanno funzionato molto meglio nei servizi di moda che nella vita reale.
Non in questa stagione, dove i suoi drappeggi, la capacità sartoriale e i dettagli hanno mostrato rinnovato vigore. Come se Valli avesse finalmente lasciato il Salotto Buono per il mondo reale.
La sua fantasia era molto fresca e feconda, come nell’abito a colonna di piume rosa zucchero filato sormontato da un cappello di piume a forma di bozzolo in colori coordinati. E Giamba, come è soprannominato, è riuscito a confezionare un grande doppiopetto da femme fatale con risvolti arcuati.
Non che lo stilista italiano non abbia mandato in passerella diversi giganteschi abiti di chiffon con strascichi di quattro metri, che fluttuavano maestosi nel bunker di cemento, disegnato grandiosamente in cemento ondulato da Niemeyer – il più grande architetto dei tropici.
Le modelle dell’Amazzonia di Valli si pavoneggiano intorno a muri di cemento e tetti di ciottoli indossando spettacolari vestiti da cocktail in crêpe de chine con enormi spalle di organza a forma di ventaglio. Teste coperte da stravaganti parrucche da bambola Barbie con cravatte di raso o da acconciature finto-futuriste, per gentile concessione della straordinaria hairstylist Odile Gilbert.

Inframmezzate alle immagini del cemento c’erano riprese con i droni di castelli e tenute rurali, mentre Valli introduceva anche l’abbigliamento maschile. Armoniosi abiti di calicò indossati con mantelle; tonache sacerdotali giganti; o camicie da smoking assolutamente splendide piene di piume di marabù, per le quali gli stylist si contenderanno i clienti VIP. Crepa d’invidia, Arsenio Lupin.
“Creature straordinarie che abbandonano i loro abiti sensuali optando per l’abbigliamento degli uomini – sconosciuti, amici, amanti – che hanno incontrato in questa avventura a base di glamour parigino; un glamour saturato dalle luci al neon di un attico, di un club privato, di un lounge o di un parcheggio”, è stata la fragrante e particolare interpretazione data dal couturier italiano nel programma del défilé.
Per finire, Giamba è apparso per uno dei suoi fieri, nero-barbuti, ‘abbracciosi’ inchini con indosso un maglione di cashmere. Durante la pandemia, i designer hanno ormai praticamente rinunciato ad uscire per raccogliere gli applausi nei video online dei loro show.
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