Il settore del vino in Italia sta vivendo un periodo di consolidamento grazie all’aumento delle merger & acquisition. Secondo i dati, nel 2020 sono state sette le operazioni di fusione e acquisizione, mentre nel 2021 sono state dieci e nel 2022 ben diciotto. Questo trend positivo sembra destinato a continuare anche nel 2023, come confermato dall’aumento del “fronte industriale”. L’obiettivo principale di queste operazioni è la diversificazione e l’espansione su scala globale, visto il costante processo di internazionalizzazione dei mercati.
Secondo Alessandro Santini, Head of Corporate e Head of Investment Banking presso Ceresio Investors (Gruppo Banca del Ceresio), per poter competere su scala globale è necessario avere un certo tipo di dimensionamento, con un fatturato di almeno settanta milioni di euro o, per chi ambisce a un ruolo da protagonista, di almeno cinquecento milioni. La moda italiana si sta anche interessando al settore del vino, come dimostrano le recenti acquisizioni di Red Circle e Calzedonia.
Queste operazioni dimostrano come il vino stia diventando sempre più attraente per gli investitori, soprattutto in un momento in cui la sfida globale richiede una maggiore preparazione e strutturazione per poter competere sul mercato. In sintesi, le merger & acquisition nel mondo del vino in Italia stanno diventando sempre più frequenti, grazie alla necessità di crescita e diversificazione su scala globale. L’ambizione è quella di accedere a mercati sempre più internazionali e competitivi, dove avere una certa dimensione è ormai diventato essenziale per poter emergere. Inoltre, l’interesse di investitori provenienti da settori diversi come la moda, dimostra l’attrattività del mondo del vino per la diversificazione degli investimenti.
Ma cosa spinge le aziende del vino a cercare fusioni e acquisizioni? In primo luogo, la necessità di affrontare la concorrenza globale. Come accennato da Santini, per poter competere a livello globale è necessario avere una certa dimensione. Inoltre, le fusioni e acquisizioni possono permettere alle aziende di ampliare la propria gamma di prodotti e servizi, entrare in nuovi mercati e migliorare la propria posizione competitiva. Tuttavia, le operazioni di fusione e acquisizione non sono prive di rischi. In primo luogo, c’è sempre il rischio di un fallimento dell’operazione, che può essere causato da una valutazione errata dell’azienda target o da difficoltà nel processo di integrazione. Inoltre, le operazioni di fusione e acquisizione possono comportare un aumento dell’indebitamento, che a sua volta può avere un impatto negativo sulla capacità dell’azienda di investire e innovare.
Nonostante questi rischi, il trend delle merger & acquisition nel settore del vino sembra destinato a continuare nei prossimi anni. L’internazionalizzazione dei mercati e la necessità di competere su scala globale stanno spingendo le aziende a cercare nuove opportunità di crescita, anche attraverso l’acquisizione di altre aziende del settore.
In sintesi, il settore del vino in Italia sta vivendo un periodo di consolidamento grazie alle operazioni di fusione e acquisizione. Queste operazioni rispondono alla necessità di crescita e diversificazione su scala globale, ma comportano anche dei rischi. Tuttavia, il trend delle fusioni e acquisizioni sembra destinato a continuare nei prossimi anni, spinto dall’internazionalizzazione dei mercati e dalla competitività globale.
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