I NAVIGLI LOMBARDI. UN SISTEMA DI VIE D’ACQUA METTEVA MILANO AL CENTRO DI UN VIATICO DI PERCORSI NAVIGABILI INTORNO AI QUALI FIORIVA IL COMMERCIO. LAGO MAGGIORE, LAGO DI COMO, IL BASSO TICINO, LA SVIZZERA, IL PO E POI IL MARE, TUTTI COLLEGATI ALLA CAPITALE LOMBARDA SENZA L’INQUINAMENTO E I COSTI DEL TRAFFICO DI OGGI.
Il Sistema dei Navigli Lombardi
I Navigli sono lunghi circa 150 km e interessano il territorio compreso tra il Ticino, l’Adda, i laghi prealpini e il Po. Le loro acque irrigano migliaia di ettari di pianura e lungo le loro sponde corrono i principali itinerari dell’area metropolitana milanese.
Allo svantaggio di esser priva di un fiume navigabile Milano aveva rimediato costruendo il sistema dei Navigli (Naviglio Grande e di Bereguardo 1151-1457, Naviglio della Martesana e di Paderno 1457 -1770 e Naviglio e Navigliaccio di Pavia 1350-1819).Tale sistema aveva una funzione : IRRIGUA , di NAVIGAZIONE , DIFENSIVA ed ENERGETICA.
• Naviglio Grande
• Naviglio di Bereguardo
• Naviglio della Martesana
• Naviglio di Paderno
• Naviglio di Pavese
I cospicui vantaggi economici derivanti dalla possibilità di sfruttare i trasporti su acqua alimentò, fin dal medioevo, l’interesse dello Stato di Milano allo sviluppo e al mantenimento di un sistema di navigli, che consentisse al capoluogo milanese di supplire alla mancanza di un corso d’acqua naturale che lo attraversasse con una rete di canali, in grado di collegarlo con i fiumi situati ad ovest e ad est, il Ticino e l’Adda, lungo la linea degli scambi commerciali con la Valtellina e i Grigioni da una parte, e con Pavia e il Po dall’altra.
BREVE STORIA DEL “NAVIGLIO GRANDE”
Il Naviglio Grande nasce prendendo acqua dal Ticino nei pressi di Tornavento, 23 chilometri a sud di Sesto Calende e finisce nella darsena di Porta Ticinese a Milano. Ha una pendenza totale di 34 metri su una lunghezza di 49,9 km. Nel ramo Tornavento – Abbiategrasso ha una larghezza variabile dai 22 ai 50 metri, mentre nel ramo Abbiategrasso-Milano si restringe anche fino a 15 metri riducendosi a 12 nel tratto terminale.
E’stato il primo ad essere realizzato in Europa, e storicamente è il più importante dei Navigli milanesi, nonché una delle grandi opere di ingegneria che sin dall’alto Medioevo strutturano il territorio lombardo, consentendo lo sviluppo dei commerci, dei trasporti e dell’agricoltura. Probabilmente le sue origini vanno ricondotte ad un fossato di difesa contro Barbarossa, scavato nel 1157 tra Abbiategrasso e Landriano.
Nel 1177 inizia la realizzazione del “Navigium de Gazano” effettuando uno scavo all’altezza di Tornavento per prelevare l’acqua dal Ticino. Viene costruita una diga e l’acqua viene incanalata verso Turbigo, Castelletto di Cuggiono, Bernate e Boffalora puntando verso Gaggiano che viene raggiunto nel 1233. Nel 1258 il Naviglio Grande è alle porte di Milano, ma una completa navigazione del Naviglio fu possibile solo a partire dal 1272, quando, furono conclusi i lavori di abbassamento e allargamento del fondo; il canale arrivò presso il ponte di Sant’Eustorgio, all’altezza cioè dell’attuale Porta Ticinese, e Milano fu collegata al Lago Maggiore, tramite il Ticino.
Il Naviglio Grande è stato realizzato soprattutto per irrigare, ma è stato presto utilizzato per trasportare merci. Da Milano con l’utilizzo di “barconi” chiamati cobbie, risalivano verso il Lago Maggiore e la Svizzera sale, grano, vini, manufatti, tessuti, stoviglie, letami e ceneri; a Milano giungevano bestiame, formaggi, fieno, carbone, legname e, dal Lago Maggiore, sabbia, marmi e graniti da costruzione. Ci fu poi la necessità di collegare il laghetto di Sant’Eustorgio alla fossa interna di Milano, perNella seconda metà del quattrocento, in un momento di grande espansione anche della rete irrigua, vennero poi realizzati il Naviglio della Martesana, portato a termine in soli quarant’anni, nel 1497, per collegare Milano all’Adda e al lago di Como, e parallelamente il Naviglio di Bereguardo, compiuto già nel 1470, derivato dallo stesso Naviglio Grande presso Castelletto di Abbiategrasso fino a Bereguardo sul Ticino, ma utilizzato poi quasi solo per scopi irrigui.
I navigli sono stati e lo sono tutt’ora luoghi d’incontro, linfa per il commercio, fonte d’ispirazione artistica. Oggi rimangono i circoli, le trattorie, gli studi dei pittori che si avvicendano di generazione in generazione, le opere di ingegneria idraulica come i ponti levatoi, le chiuse e le dighe, a testimonianza e a continuare l’esperienza di secoli.
Lungo il vecchio Naviglio Grande si è sviluppato, tra il 1700 e 1l 1800, il singolare insediamento urbanistico fatto di bellissime ville, dimore estive, palazzi e giardini, castelli e cascine in località adatte per la villeggiatura dei signori della città, particolarmente lungo il tratto fra Cuggiono e Gaggiano. Vecchie case che si specchiano nell’acqua, antichi ponti di pietra, ricca vegetazione rendono il Naviglio un ambiente ancora integro e da ammirare.
Il tratto del Naviglio Grande, Milano – Abbiategrasso – Turbigo, è un chiaro esempio delle ricchezze d’un tempo, è senz’altro interessante da un punto di vista turistico, non solo perché oggi è di nuovo un tratto navigabile, ma perché vede come ulteriore motivazione alla visita, una storia che si legge durante l’intero percorso attraverso la sovrapposizione di architetture residenziali di grande valore artistico, antiche cascine, borghi, ponti e chiese d’ogni d’epoca e stile, oltre ad uno scenario paesaggistico e naturalistico mutevole ad ogni stagione.
Da Abbiategrasso il Naviglio, subisce diramazioni diverse attraverso canali, per cui l’itinerario procede verso i comuni di Cassinetta di Lugagnano, Robecco sul Naviglio, Boffalora sopra Ticino, Bernate Ticino, Cuggiono, Robecchetto con Induno, Turbino. Da Mesero, su canale derivatore del Villoresi, si procede per Inveruno, Casorezzo, Ossona Arluno, Castano Primo, Vanzaghello.
Ulteriori deviazioni conducono per la direttrice principale, in un paesaggio di ville, castelli, cascine e chiese verso Cusago, Cisliano Albairate per proseguire alla scoperta del Magentino.
Nel 1603, la darsena e il vecchio lago di Sant’Eustorgio furono trasformati in porto di Milano dal governatore spagnolo De Fuente; in questo specchio d’acqua i milanesi, pescavano, vedevano approdare i “barconi” provenienti dal Ticino e facevano il bagno. Tra il 1830 e la fine del secolo, l’attività della darsena è più fiorente che mai, si registra una media di 8.300 barche tra maggiori e minori in entrata e uscita, per un movimento complessivo di 350.000 tonnellate l’anno.
Durante la seconda guerra mondiale i Navigli registrano un ulteriore incremento dei traffici: l’aviazione degli alleati colpisce le normali vie di comunicazione terrestri, e la navigazione fluviale si presenta come una valida alternativa per movimenti di merci. Anche gli anni che seguono la fine del conflitto vedono il Naviglio risorgere con grande vitalità: nel 1953 la darsena di Porta Ticinese è al tredicesimo posto nella classifica dei porti nazionali per ricevimento merci.
Sono comunque gli ultimi anni di un grande periodo di splendore che non vedrà una nuova alba. Il costo delle merci trasportate è diventato molto alto, e viene fatto apparire volutamente più alto per i forti interessi verso il trasporto su gomma. Il 30 marzo 1979 l’ultimo barcone ormeggia alla darsena, scaricando l’ultimo carico di sabbia. Da quel giorno sui Navigli solo l’acqua continuerà a scorrere, ma solo per irrigare i campi, come era nelle prime intenzioni.
Quaranta milioni di euro per la realizzazione di 165 interventi per il recupero delle sponde, delle conche e il varo degli approdi di Abbiategrasso, Bernate Ticino, Boffalora, Cassinetta di Lugagnano, Cuggiono, Magenta e Robecco sul Naviglio, che rendono possibili quattro diversi itinerari con partenza da Milano e uno con partenza da Abbiategrasso ma con arrivo in 6 diverse destinazioni, dopo interessanti soste cultural-enogastronomiche.
E’ l’impegno della Regione per rilanciare il sistema dei Navigli lombardi, di cui è stata inaugurata la stagione sperimentale di Navigazione Turistica 2006, un rilancio favorito anche dalla costituzione della Società Consortile a responsabilità limitata “Navigli Lombardi”.
Il ruolo della Scarl “Navigli Lombardi”
La Navigli Lombardi Scarl ha preso vita dopo la sottoscrizione (8 agosto 2003) di un Accordo di programma con il Comune di Milano.
Soci fondatori sono la Regione Lombardia con una quota del 30%, e, con quote del 10%, il Comune di Milano, la Provincia di Milano, la Provincia di Pavia, il Comune di Pavia, il Consorzio di bonifica Est Ticino-Villoresi e le Camere di Commercio di Milano e di Pavia. In un secondo tempo hanno poi aderito 42 Comuni lambiti dai Navigli a cui è stata attribuita una quota dello 0,2% del capitale sociale (100.000 euro), che è stata ceduta da un 10% di quota messa a disposizione dalla Regione Lombardia.
Il varo del primo battello e il taglio del nastro risale al 24 aprile 2006.
Navigli Lombardi ha predisposto oltre alle crociere, escursioni per turisti e scolaresche. La navigazione lungo il Naviglio Grande ed i canali di Leonardo, offrono l’opportunità di osservare la città e i paesi vicini da un inconsueto punto di vista.
Alessandro Sicuro
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