SE LA SUPER PRODUZIONE RALLENTA E’ ANCHE VERO CHE IL VINTAGE INFLUENZA SEMPRE PIU’ IL GUSTO ESTETICO
BURBERRY NEL 2017 HA DISTRUTTO L’EQUIVALENTE DI 30 MILIONI
DI EURO DI PRODOTTI, UN’AZIONE CHE MI HA FATTO RIFLETTERE
STA CAMBIANDO LA CULTURA E LE ABITUDINI DEGLI ACQUIRENTI E CON LORO QUELLA DEL FASHION SYSTEM
E’ LA CRISI A IMPORRE NUOVE REGOLE E NUOVI SCHEMI
SI PROFILANO SEMPRE PIU’ REALTA’ DI VINTAGE GLAM, QUEI NEGOZI DI RICERCA DI VECCHI MITI DAL PASSATO PER FARNE DEI NUOVI CULT
Nel 2017 Burberry ha distrutto prodotti finiti per un valore di 26,9 milioni di sterline (circa 30,5 milioni di euro). Una cifra in aumento dai 18,8 milioni del 2016 (+43%), che non ha lasciato indifferenti alcuni azionisti del gruppo britannico, antesignano del “see now buy now”.
Il mondo verso uno sdoganamento sempre maggiore del Vintage

Il vintage offre capi originali, non legati alla moda.
Vi è mai capitato di cercare un pantalone con le penze l’anno in cui va di moda liscio?
Oppure, di volere una camicia color militare quando il colore dell’anno è l’azzurro?
Oppure di cercare un giaccone Blue Navy e non trovarlo perchè non è prodotto dal fashion business?
In quest’epoca di moda globalizzata, in cui le stesse catene propongono gli stessi abiti, in contemporanea, ai quattro angoli del globo, avere dei capi originali e spesso unici, come accade nel Vintage, è un plus non da poco.
Ovviamente si tratta di una generalizzazione,
ma in linea di massima, in passato gli abiti
venivano realizzati

Ottimi tessuti, fattura spesso artigianale, dettagli accurati, decori preziosi: tutte cose che oggi si trovano sempre più raramente e a prezzi sempre più alti, una volta erano la norma.
Il motivo è semplice: si trattava di abiti fatti per durare.
Oggi invece, ci siamo abituati a capi scadenti, destinati a una vita effimera come quella del trend che li ha pensati.
Il vintage ha un ottimo rapporto qualità/prezzo
L’egregio livello qualitativo dei capi Vintage si accompagna spesso a prezzi del tutto ragionevoli. Qui però devo aprire una parentesi, e sottolineare che il paragone va fatto con capi di fattura analoga. Si trovano abiti vintage che costano come un capo di Zara: ma non è con Zara che bisogna fare il confronto. Bisognerebbe raffrontarli ad abiti sartoriali, se non direttamente alla Couture.
Questo aspetto, che per me è abbastanza irrilevante, ha però decretato il successo del vintage presso schiere di fashion victim.
Nel vintage si trovano infatti capi e accessori di numerosi marchi tutt’oggi parecchio desiderabili (penso a Gucci, Yves Saint Laurent, Vuitton e simili) ad un costo decisamente inferiore rispetto alle collezioni correnti. I grandi stilisti si ispirano spesso al passato.
Un ulteriore elemento che ha contribuito al successo del vintage è il suo essere sostenibile: anche se dichiarsi green, oggigiorno, è un must, proprio come l’ultima it-bag. Ironie a parte, sicuramente l’essere sostenibile è un grande valore aggiunto per il Vintage in un’epoca in cui sempre più forte si fa l’attenzione alla riduzione degli sprechi.
More Stories
LA MILANO FASHION WEEK
INIZIA OGGI LA LONDON FASHION WEEK IN DIGITAL APRE VIVIENNE WESTWOOD
SVELATA LA NUOVA STRATEGIA DI BOTTEGA VENETA LO ANNUNCIA PINAULT IN PERSONA