RIPRESA DEL TURISMO IN ITALIA: PREVISIONI PER IL 2023 E LA SFIDA DELLA CARENZA DI PERSONALE

Le previsioni di Assoturismo per quest’anno indicano un ritorno quasi completo ai livelli di affluenza pre-pandemici. Il 2019 è stato un anno eccezionale per l’industria dell’ospitalità italiana, con circa 437 milioni di pernottamenti, di cui 221 milioni effettuati da turisti stranieri, e 131 milioni di arrivi.

Secondo un rapporto dell’associazione, il 2023 dovrebbe concludersi con circa 420 milioni di presenze turistiche, a meno di imprevisti. “Il divario rispetto al 2019 in termini di presenze e produzione è praticamente colmato e quest’anno l’apporto economico del settore turistico, comprese tutte le attività dirette e indirette, rappresenterà il 5,7% del PIL annuale. Tuttavia, la piena ripresa è ostacolata dalla mancanza di personale: solo per quest’estate, prevediamo una carenza di 100.000 lavoratori”, afferma il rapporto.

I dati sono stati presentati da Assoturismo durante un’audizione sul Piano Strategico per il turismo, a cui hanno partecipato tutte le federazioni di categoria del settore di Confesercenti, tra cui Assoturismo, Assohotel, Assoviaggi, Fiepet, Fiast, Federagit, Fiba, Assocamping e Aigo.

Il settore sta crescendo due volte più velocemente rispetto agli altri settori”, commenta Vittorio Messina, presidente nazionale di Assoturismo e Assohotel Confesercenti. “È ora di investire in esso. Tuttavia, la carenza di personale sta diventando un problema sempre più urgente, che potrebbe limitare l’impatto positivo della ripresa, sia per le aziende dei vari settori – dall’ospitalità alla ristorazione, passando per il turismo organizzato e i servizi turistici – sia per l’economia del paese.

Per affrontare questa sfida, Messina suggerisce una maggiore flessibilità contrattuale e il rafforzamento delle politiche attive e formative. Un decreto specifico sarebbe utile per i lavoratori stagionali del turismo, introducendo misure come il credito d’imposta per le aziende per sostenere il costo del vitto e dell’alloggio dei lavoratori stagionali e promuovere la mobilità interregionale. Inoltre, è necessario rivedere le politiche attive, la formazione e i Decreti Flussi: le quote attuali non sono adeguate e i ‘click day’ arrivano quando la stagione è già iniziata. Potremmo anche esplorare altre opzioni, come facilitare la formazione dei lavoratori nei loro paesi di origine, permettendo l’ingresso di coloro.

Alessandro Sicuro Comunication
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