Caso Cayman, Serra querela Bersani: “Non sono un bandito”. Leader Pd: “Mai detto”

Caso Cayman, Serra querela Bersani: “Non sono un bandito”. Leader Pd: “Mai detto”

Roma, 20 ott. (Adnkronos) – “Essere stato definito “bandito” da lei mi offende personalmente, offende la mia famiglia e i miei figli, e delegittima il lavoro pulito e trasparente che ho portato avanti in 20 anni di attività”. Davide Serra, numero uno del fondo Algebris e sostenitore di Renzi alle primarie del Pd, scrive al leader democrat Pier Luigi Bersani, annunciando l’intenzione di querelarlo per le parole usate dopo la cena di ‘finanziamento’ per il sindaco di Firenze.

“Non scendo nei particolari delle nefandezze e delle offese che mi ha rivolto, a questo ci penseranno i miei legali italiani e inglesi che chiameranno i giudici a decidere sulle sue parole. Mi dicono che in Italia lei è …immune!!! ma prima o poi non lo sarà più e io procederò inesorabilmente, ho molto tempo e voglio che la verità venga ristabilita”, assicura Serra.

“Trovo incredibile che in un Paese con un’evasione fiscale da record, che nessuno dei politici sembra abbia, sinora, voluto veramente combattere, venga definito ”bandito” un investitore istituzionale basato a Londra, regolato dall’FSA e dalla SEC e tassato dall’Inland Revenue”, è la premessa di Serra.

“Mi rendo conto – prosegue – che non tutti debbano essere minimamente esperti in finanza, ma visto che tutti, e dico tutti, la utilizzano a proprio uso e consumo, e non mi voglio abbassare in beceri esempi che hanno tristemente caratterizzato la storia dell’Italia negli ultimi anni, le lascio solo uno spunto per una sua riflessione su questo e per guardarsi allo specchio sulle parole che mi ha rivolto”.

Serra si rivolge direttamente a Bersani perché, dice, ha intenzione di ristabilire la verità. “Vede caro Onorevole, mi sono laureato molto presto e, come tanti italiani, ho molto lavorato, termine non notissimo ai tanti che parlano, per arrivare, poco o tanto, dove sono arrivato; ma quello che è più importante per me è che ho fatto tutto rispettando le regole e sfido chiunque, in testa lei che non conoscendo nulla di me si è permesso di insultarmi pubblicamente, a trovare una sola pecca nel mio operato”.

Poi, il finanziere evidenzia che l’attacco ricevuto è strumentale alla polemica politica. “Vede Onorevole Bersani, tutto quello che faccio lo faccio (voce del verbo fare e non parlare) con l’obbiettivo di migliorare il mio Paese di nascita, ma gli attacchi subiti, sul niente, da lei e dai suoi accoliti che fingono di avercela con me, ma di fatto vogliono delegittimare Matteo Renzi, mi danno la conferma che il lavoro da fare è lungo e duro. Ma non bisogna mollare. Per i nostri figli”.

Infine, l’endorsement per Matteo Renzi. “Ultima nota, non dovrebbe stupirsi se un giovane come me (anche se alla mia età Clinton era candidato presidente degli Stati Uniti…) pensa che Matteo Renzi sicuramente non potrà che fare bene, meglio…. Almeno sa di che parla….anche in finanza”.

Dopo la presa di posizione del finanziere, il portavoce del segretario del Pd precisa: “Dove e come Bersani avrebbe detto che Davide Serra è un bandito? Il segretario del Pd ha parlato di Cayman e non di Davide Serra che non ha il piacere di conoscere”.

Poi Bersani stesso chiarisce: “Non c’è nulla da offendersi, se si offende problemi suoi”. “Non so dove l’ho offeso, non capisco perché si è offeso, sto dicendo che noi italiani – spiega – non dovremmo considerare tutti quelli che hanno base alla Cayman”. Inoltre, prosegue Bersani nel suo ragionamento, “c’è una finanza buona, corretta, che può dare una mano alle attività produttive, poi ci sono soggetti che fanno base nei paradisi fiscali”.

Ancora, il leader del Pd insiste: “credo sia il caso di dire alt, stop, da ora in poi in coerenza con quello che pensiamo dell’evasione fiscale siamo duri, precisi, con chiunque venga meno al patto di solidarietà fiscale nei confronti del suo Paese”. Questo, sottolinea, “è giusto, va detto e ripetuto”.

E ribadisce: “Con la gente basata alle Cayman non deve parlare nessuno. E’ ora di finirla, c’è gente che lavora e paga le tasse. In Italia – spiega – non ci si deve far dare consigli da chi viene dai paradisi fiscali, non è una polemica con Renzi ma un impegno che dobbiamo prendere tutti”.

Poi, riguardo al sindaco di Firenze, sottolinea: “Io e Renzi non siamo nemici ma competitori, stiamo facendo le primarie, si discute, non siamo a un pranzo di gala e tutto questo sta facendo bene al Pd”.

Ironizza sulla cena di ‘finanziamento’ per Renzi Nichi Vendola che su Twitter scrive : ”Inviterò a cena banchieri e alta finanza. Dirò che voglio tassare loro per diminuire tasse a imprese e lavoratori. Temo che cenerò da solo”.

Intanto, il Collegio dei garanti ha approvato il regolamento delle primarie per scegliere il candidato premier del centrosinistra. Si potrà votare anche soltanto all’eventuale ballottaggio delle primarie. Chi “per cause indipendenti dalla propria volontà” non abbia potuto registrarsi entro il 25 novembre e voglia partecipare al voto di un eventuale ballottaggio, potrà farlo registrandosi “in due giorni compresi tra il 27/11 e il 01/12, stabiliti con delibera dal Coordinamento nazionale”. Chi vorrà votare dovrà sottoscrivere l’appello pubblico a sostegno della coalizione di centrosinistra “Italia Bene Comune” e la Carta d’intenti. Figureranno così nell’Albo degli elettori.