Sembrerebbe L’effetto Napolitano ma non è così, solo la conseguenza dello shopping Giapponese

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Borsa, Napolitano bis spinge Piazza Affari: +2,9%

Btp, tassi ai minimi dal 2010: spread sotto 270…

Ma non è così o almeno non solo. E’ l’effetto dei pesanti acquisti da parte dei Giapponesi che in questi giorni stanno comprando tutto il comprabile pagandolo in valuta frusciante e senza fare troppe domande. Il Giappone che spende in deficit da molto tempo in quanto possedendo sovranità monetaria  stampa moneta e compra di tutto. Cosa c’è dietro la politica nipponica, follia lucida o un calcolato e coraggioso progetto lungimirante?

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Settimana in rialzo per le borse mondiali, spinte dalla ondata di liquidità scatenata dalla banca centrale del Giappone che ha promesso di usare qualunque mezzo pure di riportare l’inflazione nell’arcipelago al 2 per cento nel più breve tempo possibile.

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A beneficiarne sono anche i titoli di Stato europei sia core che periferici: un terzo dell’ultima asta di titoli quinquennali del Fondo salva stati europeo, per esempio, è andata a investitori asiatici.

 

Il ministero del Tesoro (Archivio)Giornata positiva per le principali Borse europee, con Piazza Affari che sfrutta l’effetto positivo, già registrato ieri, scaturito dalla rielezione al Quirinale di Giorgio Napolitano. Il Ftse Mib registra un +2,93% a 16.490 punti. Nonostante i dati cinesi sulla produzione, quindi, i mercati fanno registrare il segno più, mentre si confermano negativi i futures su Wall Street, in vista dei dati macro del pomeriggio e della trimestrale di Apple, che sarà diffusa a borsa chiusa. Vendite sulle auto, contrastate le banche, bene la tecnologia.

Il rendimento del Btp a 10 anni cala al 3,94%, un nuovo minimo da due anni e mezzo, dopo il buon esito dell’asta di Madrid. Lo spread Btp-Bund viaggia sotto i 270 punti base, mentre il differenziale tra i decennali spagnoli e tedeschi si riduce a 316 punti base con il tasso dei Bonos al 4,37%.

La produzione cinese. Scende la produzione industriale in Cina nel mese di aprile. Secondo i dati preliminari per il mese in corso della banca anglo-cinese Hsbc, il Purchasing Managers Index (Pmi), considerato un indicatore credibile dell’attività dell’industria manifatturiera, è stato del 50,5, rispetto al 51,6 di marzo. Il dato comunque è superiore al 50,4 di febbraio. Gli economisti ritengono che un livello del Pmi oltre la soglia dei 50 punti indichi che la produzione industriale è in crescita, mentre sotto c’è stagnazione.

 

Alessandro Sicuro