Aprile 19, 2024

ALESSANDRO SICURO COMUNICATION

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TURISMO IN ITALIA UN AFFARE DA 70 MILIARDI TRASCURATO

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Il Turismo, un affare da 70 miliardi di euro che l’Italia non prende sul serio.

Immagine-2-destinazioni-preferiteI numeri dell’Osservatorio nazionale sono confortanti ma lo squilibrio Nord-Sud rimane grave: Lazio, Lombardia, Veneto e Toscana raccolgono il 60% della torta, al Mezzogiorno appena il 13% di turismo si può vivere. Anzi, nel pieno di un’estate di grave stagnazione economica – per il vero appena divenuta ufficialmente recessione – gli ultimi numeri diffusi dall’ Osservatorio nazionale del turismo confermano il settore come uno dei fronti sui cui insistere, possibilmente senza perdere altri treni.

Le cifre arrivano da Banca d’Italia e Istat e sono state rielaborate dal Centro internazionale di studiflusso-turisti-italia-2011-parte-3.jpg sull’economia turistica. Dicono che la spesa totale in Italia è stata nel 2013 di 96 miliardi di euro. Due terzi (63) prodotti da

visitatori nostrani, dunque turismo interno che tuttavia ha perso il 7,5% in termini di presenze rispetto al 2012, un terzo (33) dagli stranieri. Il 10% dei consumi finali interni. Secondo l’Osservatorio, considerando che mille euro di consumo turistico producono 727 euro di ricchezza, il comparto pesa più o meno 70 miliardi l’anno.

Un paragone? La moda, altro tassello d’eccellenza del sistema italiano e punta dell’economia nazionale, ne vale
25. Al vertice della piramide ci sono quattro regioni: Lazio, Lombardia, Veneto eToscana. Da sole accolgono il 60% della spesa turistica proveniente dall’estero. Nonostante le sue infinite ricchezze culturali e bellezze naturalistiche il Mezzogiorno agguanta invece solo una piccola fetta della torta, equivalente a un magro 13% di media.

Il fatto interessante è in effetti che i consumi turistici attivano più o meno il doppio della ricchezza prodotta da altri ambiti e coinvolgono beni e servizi di vario tipo, più di un quarto dei qualinon caratteristici del settore. Insomma, il turista era e continua a essere una gallina dalle uova d’oro. Fra tutti i sotto-comparti, è il turismo culturale a tirare lo Stivale: il 58% della spesa internazionale nel nostro Paese è infatti legata alle visite per ragioni di questo tipo, seguite da eno-gastronomia e green.

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Il positivo andamento del turismo internazionale – spiega Mara Manenti, direttore Ciset alla Ca’ Foscari di Venezia – trova conferma nei dati di Bankitalia che evidenziano il ruolo di riequilibrio della bilancia turistica dell’Italia, il cui saldo è sempre positivo, il 2013 si è chiuso a +10,4%. Nel primo quadrimestre 2014 il saldo è leggermente diminuito anche a causa di una parziale ripresa delle spese degli italiani all’estero”. Le previsioni di crescita per l’anno in corso si muovono infatti intorno al 4% e anche per le imprese del comparto il segno è positivo: +2% il saldo fra nate e morte.

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E i tanto declamati Brics, cioè gli (ex?) Paesi in piena esplosione che avrebbero dovuto mutare le dinamiche del turismo mondiale? Il contributo di Brasile, Russia, India e Cina – sebbene in crescita ed esclusa la seconda – è ancora relativo. I nostri mercati di riferimento sia quanto a flussi che in termini assoluti sono Germania (5 miliardi spesi in Italia), Stati Uniti (4) e Francia (3).

A proposito di soldi: secondo il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini il fatto che a pagare la famigerata tassa di soggiorno siano solo gli ospiti degli alberghi e non quelli che scelgono altre strutture ricettive è “un’anomalia” da sanare. In che modo e in che tempi, non è dato sapere.

Alessandro Sicuro

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