Il Turismo, un affare da 70 miliardi di euro che l’Italia non prende sul serio.
I numeri dell’Osservatorio nazionale sono confortanti ma lo squilibrio Nord-Sud rimane grave: Lazio, Lombardia, Veneto e Toscana raccolgono il 60% della torta, al Mezzogiorno appena il 13% di turismo si può vivere. Anzi, nel pieno di un’estate di grave stagnazione economica – per il vero appena divenuta ufficialmente recessione – gli ultimi numeri diffusi dall’ Osservatorio nazionale del turismo confermano il settore come uno dei fronti sui cui insistere, possibilmente senza perdere altri treni.
Le cifre arrivano da Banca d’Italia e Istat e sono state rielaborate dal Centro internazionale di studi sull’economia turistica. Dicono che la spesa totale in Italia è stata nel 2013 di 96 miliardi di euro. Due terzi (63) prodotti da
visitatori nostrani, dunque turismo interno che tuttavia ha perso il 7,5% in termini di presenze rispetto al 2012, un terzo (33) dagli stranieri. Il 10% dei consumi finali interni. Secondo l’Osservatorio, considerando che mille euro di consumo turistico producono 727 euro di ricchezza, il comparto pesa più o meno 70 miliardi l’anno.
Un paragone? La moda, altro tassello d’eccellenza del sistema italiano e punta dell’economia nazionale, ne vale
25. Al vertice della piramide ci sono quattro regioni: Lazio, Lombardia, Veneto eToscana. Da sole accolgono il 60% della spesa turistica proveniente dall’estero. Nonostante le sue infinite ricchezze culturali e bellezze naturalistiche il Mezzogiorno agguanta invece solo una piccola fetta della torta, equivalente a un magro 13% di media.
Il fatto interessante è in effetti che i consumi turistici attivano più o meno il doppio della ricchezza prodotta da altri ambiti e coinvolgono beni e servizi di vario tipo, più di un quarto dei qualinon caratteristici del settore. Insomma, il turista era e continua a essere una gallina dalle uova d’oro. Fra tutti i sotto-comparti, è il turismo culturale a tirare lo Stivale: il 58% della spesa internazionale nel nostro Paese è infatti legata alle visite per ragioni di questo tipo, seguite da eno-gastronomia e green.
“Il positivo andamento del turismo internazionale – spiega Mara Manenti, direttore Ciset alla Ca’ Foscari di Venezia – trova conferma nei dati di Bankitalia che evidenziano il ruolo di riequilibrio della bilancia turistica dell’Italia, il cui saldo è sempre positivo, il 2013 si è chiuso a +10,4%. Nel primo quadrimestre 2014 il saldo è leggermente diminuito anche a causa di una parziale ripresa delle spese degli italiani all’estero”. Le previsioni di crescita per l’anno in corso si muovono infatti intorno al 4% e anche per le imprese del comparto il segno è positivo: +2% il saldo fra nate e morte.
E i tanto declamati Brics, cioè gli (ex?) Paesi in piena esplosione che avrebbero dovuto mutare le dinamiche del turismo mondiale? Il contributo di Brasile, Russia, India e Cina – sebbene in crescita ed esclusa la seconda – è ancora relativo. I nostri mercati di riferimento sia quanto a flussi che in termini assoluti sono Germania (5 miliardi spesi in Italia), Stati Uniti (4) e Francia (3).
A proposito di soldi: secondo il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini il fatto che a pagare la famigerata tassa di soggiorno siano solo gli ospiti degli alberghi e non quelli che scelgono altre strutture ricettive è “un’anomalia” da sanare. In che modo e in che tempi, non è dato sapere.
Alessandro Sicuro
Thank you Alex., for a fascinating look at this matter of tourism. I would think that Italy would take the tourist (both domestic and international) trade much more seriously than it appears to be doing. It means a great deal of money from citizens of such a wonderful country and those that come from abroad to spend time visiting and touring spending a great deal of money as they do.
If the Bank of Italy figures are correct, it doesn’t make sense that they are loosing on such an important trade. They would be gaining on all fronts. If so this trend somehow needs to be reversed.
Fashion has been and always will be a source great pride and an economic boom (boon) for the country, and are several other top infustries, such as shoes, perfumes, the quality, design and style as well are beyond compare with similar items made elsewhere. While this only would account for a fraction of the economy, more comes from the tourist. I can attest to that. As I have brought some wonderful Italian made finds from my travels in various regions of the country.
The numbers will increase and improve, but not overnight. but with the right marketing and other means things will get better.